Tell e Linguaggio del Corpo nel Poker
Il poker texas hold’em è un gioco di abilità, in cui oltre alla fortuna, ha un ruolo determinante la strategia e il modo in cui si gioca. Uno dei fattori fondamentali per avere successo nel poker alla texana è quindi quello di riuscire a leggere i propri avversari. Per farlo bisogna essere molto bravi a capire i segnali che rilasciano tramite il linguaggio del corpo, i cosiddetti “tells”. Ovviamente queste considerazioni valgono per il poker giocato live, dal vivo, mentre non possono essere sfruttate giocando online.
Comunicazione Verbale, Paraverbale e Non Verbale
Prima di addentrarci nella lettura dei segnali, facciamo una piccola premessa e parliamo dei tre livelli di comunicazione: verbale, paraverbale e non verbale.
La comunicazione verbale sono le parole, quello che si dice.
La comunicazione paraverbale è il modo in cui qualcosa viene detto (ci si riferisce quindi al tono della voce, al timbro, alla velocità con cui si parla, al volume della voce, al ritmo, alle pause, ai silenzi, ecc.).
La comunicazione non verbale sono invece tutte le informazioni che si trasmettono in modo “fisico” tramite i propri gesti, lo sguardo, la postura, il respiro, il modo di vestirsi, i movimenti del viso, la gestualità del corpo.
Queste tre componenti incidono in modo differenti sull’efficacia della comunicazione. Secondo gli studi condotti dallo psicologo statunitense Albert Mehrabian, il linguaggio non verbale ha un peso del 55% nella comprensione del messaggio, quella paraverbale del 38% e quella verbale del 7%.
Nella comunicazione la congruenza è fondamentale. A seconda di quanto uno è più o meno congruente, la sua comunicazione sarà più o meno efficace. Se io voglio fare un bluff, le tre componenti verbale, paraverbale e non verbale devono essere congruenti, cioè allineate.
Nel poker, quindi, imparare a capire i segnali non verbali degli altri giocatori al tavolo, osservandone la postura, le espressioni, la gestualità e i movimenti del corpo diventa quindi molto importante per capire se hanno una mano forte o debole, se stanno bluffando o meno.
La Regola del 70-30 di Phil Hellmuth
Secondo Phil Hellmuth, grande giocatore di poker statunitense, classe 1964, inserito anche nella “Poker Hall of Fame”, il successo in un torneo di poker alla texana dipende per il 70% dalla capacità di leggere e interpretare correttamente i segnali rilasciati dagli avversari, e solo per il 30% dall’abilità tecnica. Oltre a saper leggere le proprie carte bisogna imparare a capire gli altri giocatori presenti al tavolo.
Osservare gli Avversari
Quando si è seduti al tavolo da poker texano, bisogna imparare a sviluppare un grande senso di osservazione. Bisogna studiare e osservare i comportamenti degli avversari, guardare come sono vestiti, le espressioni del viso, come tengono in mano le carte, quante volte le guardano. In sostanza bisogna cercare di capire qual è il comportamento di base di ogni nostro avversario, per sfruttare poi a nostro favore (traendo informazioni) gli scostamenti da questo comportamento standard.
Un buon modo per capire la loro personalità è anche quella di scambiarci due chiacchiere, sempre che ne abbiano voglia. I giocatori esperti, infatti, sapendo di essere osservati, potrebbero essere abili a fingere e alterare apposta i loro comportamenti, per non farsi leggere nel modo corretto. In pratica alcuni avversari potrebbero rilasciare dei falsi tell, dei segnali fatti apposta per disorientare chi li sta osservando. Solo con l’esperienza si riesce a capire quali sono i cambi di comportamento intenzionali e quali quelli non intenzionali rispetto al “comportamento base”.
Il momento migliore in cui guardare gli avversari e raccogliere indizi è all’inizio, quando si ricevono le carte personali. Prima di guardare le proprie carte può essere una buona regola guardare gli avversari mentre guardano le loro, in modo da cogliere eventuali espressioni o gesti. La stessa cosa può essere fatta al flop quando vengono mostrate sul tavolo le tre carte, visto che qualche giocatore potrebbe lasciarsi sfuggire dei segnali nel caso avesse migliorato la sua mano. Idem per il turn e il river.
I Tell nel Poker: Forza vs Debolezza
I “tells” sono dei movimenti involontari del nostro corpo (comunicazione non verbale) che rivelano agli avversari alcune informazioni sulla nostra mano.
Una delle regole fondamentali dei tell è la seguente:
“Forza significa debolezza e debolezza significa forza”.
Come abbiamo detto in precedenza, al tavolo i giocatori possono simulare o meno. Se simulano, di solito ostentano forza quando hanno una mano debole, mentre se guardano altrove, fingono di non esser interessati alla mano, di avere un punto debole, in realtà hanno una mano forte.
Quindi bisogna sempre tenere a mente che i giocatori di solito si comportano come se la loro mano fosse l’opposto di quella che è in realtà.
Ovviamente questa valutazione va sempre ponderata in base al tipo di giocatori al tavolo. Giocatori poco esperti rilasceranno tell in modo involontario, mentre giocatori di esperienza potrebbero fornire falsi tell.
Passiamo ora in rassegna i principali segnali che i pokeristi possono involontariamente rilasciare al tavolo e che possono aiutarci a comprendere se hanno una mano forte o debole.
Ricordiamoci sempre però che non si tratta di una scienza esatta visto che a volte alcuni giocatori fanno apposta a rilasciare tell per confondere le idee.
Alcuni Segnali e Cosa Significano
Vediamo meglio alcuni esempi di tell involontari e cosa possono significare.
Tremolio delle mani: la tremarella indica che un giocatore è nervoso, quindi probabilmente ha una buona mano.
Sudore: indica agitazione, quindi il giocatore ha una buona mano.
Vene del collo che pulsano: indica emozione, quindi è un tell di una buona mano.
Se un giocatore si morde le labbra o si mangia le unghie, è un segnale di debolezza.
Immobilità: quando ci si immobilizza lo si fa per una sensazione di pericolo. Quindi se un giocatore al tavolo tutto a un tratto smette di fare movimenti che prima faceva o trattiene il respiro, potrebbe mentire (ad esempio potrebbe aver fatto un bluff).
Avvicinarsi al tavolo: se un giocatore ha una buona mano, tende ad avvicinarsi al tavolo, chinarsi in avanti.
Se dopo aver visto le carte un giocatore guarda subito le sue chip, potrebbe avere una buona mano e quindi voler puntare.
Chi tiene i piedi uno davanti all’altro appoggiati sulle punte, come se fosse ai blocchi di partenza di una gara di corsa, indica che è pronto all’azione.
Se un giocatore tiene i piedi con le punte che convergono, li allontana dal tavolo o incrocia le gambe, questo è un indice di insicurezza.
Chi rispetto al suo solito comportamento, in una mano tende a proteggere particolarmente le carte potrebbe avere una bella mano.
Se un giocatore dilata le narici del naso sta probabilmente per partecipare alla mano.
Chi si tocca il naso o si gratta le orecchie probabilmente sta nascondendo qualcosa.
Chi sta seduto ben eretto dimostra sicurezza quindi ha in mano due carte buone
Se un giocatore in una mano, nel puntare, lancia le chips con una traiettoria ad arco, mentre magari nelle altre mani le spingeva o appoggiava, dimostra sicurezza della sua mano.
Se un giocatore spinge la sedia indietro e accavalla le gambe, è indice di sicurezza.
Se un giocatore spalanca gli occhi o alza le sopracciglia è sinonimo di forza.
Chi si tocca il collo, si strofina la fronte o si lecca le labbra non esprime sicurezza.
Chi gioca con i capelli (o nel caso delle donne con una collana) rilascia un tell di insicurezza.
Chi fa call molto velocemente, senza pensare, ha un progetto o una buona mano.
Chi giocherella o mette le mani sulle chips, potrebbe voler puntare o rilanciare.
Chi si finge non interessato alla mano o guarda altrove potrebbe fingersi disinteressato mentre invece ha una mano forte.
Chi ricontrolla le carte, magari quando c’è possibilità di colore, è probabilmente perché ha colore e vuole esserne certo.
Chi guarda più volte le sue carte personali al pre-flop è perché ha una mano forte.
Imparare a Non Rilasciare Tell: la Poker Face
Quando siamo seduti al tavolo da poker, ricordiamoci sempre che come noi osserviamo i nostri avversari, anche loro osservano noi. È quindi importante imparare ad essere impassibili e non offrire tell agli avversari anche quando abbiamo due carte iniziali molto forti o i nuts, cioè la mano migliore possibile.
Per cercare di dare meno informazioni possibili agli avversari bisogna sfoggiare la migliore “poker face” e cercare di standardizzare i propri movimenti, facendoli diventare una sorta di routine sempre uguale.
Ad esempio mantenere sempre la stessa postura, guardare sempre allo stesso modo le due carte personali, non fare espressioni particolari se esce una carta che ti serve o quando hai una buona mano di partenza.
Per evitare di fornire indizi si possono anche utilizzare occhiali da sole, cuffie per la musica, cappuccio della felpa, e altri accessori.
Un altro consiglio è di non parlare troppo con gli altri pokeristi al tavolo, è facile che facciano domande solo per carpire informazioni.